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“Servizio civile universale 2024-2025”

Io non Rischio Servizio Civile Universale

Le buone pratiche di protezione civile diventano Social

 

Il programma del Servizio Civile Universale “Io non rischio 365: buone pratiche di protezione civile 2” presentato congiuntamente dal Dipartimento della Protezione Civile, ANPAS e Fondazione CIMA è volto alla selezione complessiva di 32 operatori volontari di Servizio Civile, interessati ad approfondire temi legati alla campagna di “Io non rischio”.

Come noto, la campagna, dedicata alla diffusione della cultura della prevenzione dei rischi è promossa da oltre dieci anni dal Dipartimento della Protezione Civile insieme a INGV, ANPAS, ReLUIS e Fondazione CIMA e in stretta collaborazione con le direzioni di protezione civile delle Regioni e delle Province autonome e a partire da quest'anno, anche da ANCI.

I giovani volontari saranno impegnati: nel potenziamento della campagna informativa “Io non rischio” con l’obiettivo di estenderla all’intero arco dell’anno, per raggiungere, informare e formare quanti più cittadini possibile; collaboreranno, inoltre, all’aggiornamento e allo sviluppo dei contenuti del sito web: www.iononrischio.gov.it, dei social, alle attività dell'ufficio stampa e a quelle di relazione, con le organizzazioni di volontariato che aderiscono alla campagna.

Lo scopo principale è quello di utilizzare appieno i linguaggi e i meccanismi che governano i social media per ampliare l’attuale target di riferimento della campagna utilizzando il diverso punto di vista delle nuove generazioni.

Il progetto rappresenta l’inizio di un più complesso e articolato percorso informativo e formativo inserito nel circuito virtuoso delle iniziative che, ai diversi livelli istituzionali, cercano di rispondere alla profonda emergenza educativa e civile delle giovani generazioni. In quest’ottica, vorremmo dare rilievo al valore che esso assume come passaggio di testimone alle nuove generazioni che dovranno modificare l’attuale capacità di “risposta al rischio”, intesa non solo come solidarietà nel bisogno emergenziale, ma come cura costante delle comunità e dei territori del nostro Paese, dei quali i ragazzi sono naturali eredi.

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